Durante il lavoro che svolgo rimango affascinata dai sogni che mi vengono raccontati e che sono espressione diretta dei luoghi dell'anima, la via privilegiata per arrivare all'inconscio... i sogni sono liberi, non sono delimitabili da confini o schemi.
Per questo, ho recentemente considerato l'idea di formare un gruppo insieme ad un giovane collega Filosofo che "partisse" proprio dai sogni dei partecipanti e permettesse loro di ritrovare, in un'atmosfera di fiducia e serenità, una risposta adeguata alla propria incertezza e solitudine, lasciandosi andare tra realtà e fantasia.
Come punto di partenza scelgo il racconto: i sogni sono fatti per essere raccontati.
«..prima del risveglio ho preparato i sogni per il giorno dopo ho chiesto di poter restare in quel confine ancora un po' per gustarmi quell'attesa che inchioda gli uomini al loro solito destino: vedere la vita in controluce, nel riflesso di un'immagine d'ombra evanescente...»
(Diario di bordo di F. Rizzi 2000)
Nel gruppo che propongo nel mio studio cerco di creare un'esperienza collettiva aperta a nuovi ingressi o uscite che non compromettano l'andamento in corso e in cui ogni partecipante possa anche non intervenire verbalmente, senza perciò sentirsi annullato o perduto come individuo alla ricerca di possibili soluzioni.
Si parte da una dimensione onirica e, passando attraverso la mediazione MITOLOGICA, si approda ad una consapevolezza pratica, in cui la storia di ognuno diventa storia comune, un serbatoio di risorse cui ogni individuo può attingere anche dopo il termine del proprio percorso e quindi può affrontare e risolvere la paura del cambiamento.
La durata di ogni incontro è di un'ora e mezza, la frequenza è attualmente mensile, ma può essere resa più intensa a seconda delle richieste di partecipazione.
I conduttori intervengono per facilitare il libero fluire delle narrazioni oniriche (la psicoterapeuta) e per restituire le osservazioni sul materiale emerso attraverso una chiave di lettura mitologica/sociale che offra un'immagine visiva al disagio (il giovane Filosofo).
In che modo i Miti possono essere utili per affrontare le affezioni che attentano alla serenità della nostra psiche?
Il mito, oltre ad essere un affascinante racconto fantasy, deve essere considerato una precisissima ricostruzione delle dinamiche interiori. Nell'enorme patrimonio della letteratura greca, a ben guardare, sono già presenti diagnosi e soluzioni della maggior parte dei problemi che affliggono anche, se non in particolare, l'uomo contemporaneo.
La difficoltà di trovare le risposte alle nostre difficoltà all'interno di questo “spazio mentale” è data dal fatto che il mito, per sua natura, non parla un linguaggio superficiale e quindi facilmente fruibile, ma si esprime poeticamente: quindi la sua grande potenza espressiva è difficilmente comprensibile perché oscurata dalla sua ambiguità.
Il lavoro che viene intrapreso nel nostro gruppo intende proprio spiegare i nostri sogni attraverso la chiave interpretativa del mito, cercando di rendere comprensibili prima i mostri della mitologia e poi i loro corrispettivi psicologici.
Lo sguardo della Medusa mitologica, che paralizza l'altro con il suo sguardo mortale, agisce esattamente come l'incontrollabile Attacco di panico che sorprende e paralizza di paura senza preavviso. L'unico modo di sconfiggerlo è quello di affrontarlo di riflesso, come fa Perseo dotato di scudo magico.
Trascritto in chiave analitica, la consapevolezza/scudo può permettere di fronteggiare le paure senza aggredirle direttamente, ma solo attraverso la condivisione della “parola gruppale”, che interpreta e scioglie i fantasmi angosciosi.
Arianna, che nel Labirinto nasconde il fratello Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro, dovrà un giorno sciogliere quel groviglio di oscurità e vergogna, attraverso il famoso “filo” perchè Teseo non possa perdersi nel percorso intricato e possa mettere fine alla violenza del mostro.
Il Labirinto con il suo corridoio a spire ci rimanda ai meandri della nostra mente e ai suoi infiniti pensieri, talvolta ossessivi, e alla ripetitiva ricerca di lucide “spiegazioni” introspettive.
Il resto delle leggende lo possiamo scoprire e sperimentare di volta in volta attraverso una riflessione “collettiva” tra ombre e slanci creativi.
I sogni sono unici e irripetibili e non appartengono ad uno qualunque, ma alla sola identità di chi lo crea e lo vive.
Contattami e partecipa.
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